I diversi tempi dell'anno - tempo ordinario, Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua - si dovrebbero percepire diversamente, con diverse melodie, diversi colori, come sono diverse la primavera dall'estate e l'estate dall'autunno.
Dovrebbero avere tratti distintivi tanto da resistere dall'essere messi in secondo piano dagli altri ritmi: l'anno finanziario, l'anno accademico, gli anni che contiamo invecchiando...
Spesso la liturgia moderna non comunica tutto questo. Quando si va ai vespri potrebbe essere qualsiasi tempo dell'anno. Nella nostra comunità di Oxford, però, dove ho vissuto per vent'anni, abbiamo composto antifone per ogni stagione liturgica. Riesco ancora a sentirle quando sono in viaggio.
Per me l'Avvento significa certi toni degli inni, certe antifone per il Benedictus e il Magnificat. Sappiamo che il Natale si avvicina, dalle grandi antifone "O". La Settimana santa significa le Lamentazioni di Geremia.
Dobbiamo vivere il ritmo dell'anno liturgico come il ritmo più profondo delle nostre vite.
(Timothy Radcliffe, Testimoni del Vangelo, ed. Qiqajon, pag. 250 e ss.)