ADVENTUS: era l’ingresso di un imperatore romano in una città.
Per i riti cristiani significa venuta, è il tempo che precede il Natale e segna l’inizio del nuovo anno liturgico. Il tempo di Avvento si svolge in quattro settimane, tale divisione risale al VII secolo.
L’Avvento è anche celebrato dalla Confessione luterana e dalla Comunione anglicana.
Nel rito romano l’Avvento inizia con il primo Vespro della sera del sabato precedente la prima domenica e si conclude con la Vigilia di Natale.
Si divide in due periodi; il primo fa riferimento all’Avvento futuro del Cristo alla fine dei tempi, invece dal 17 dicembre l’attenzione è posta sull’Avvento di Cristo nella pienezza dei tempi, con l’incarnazione.
Il colore dei paramenti sacri è il viola, tranne la domenica Gaudete in cui si indossa il paramento rosa.
I nomi delle domeniche di avvento sono tratti dalle prime parole dell’Introito.
1 domenica: Ad te levavi
2 domenica: Populus Sion
3 domenica: Gaudete
4 domenica: Rorate
Anche le 4 candele della corona di Avvento che si accendono, hanno una denominazione particolare: La prima candela è detta “del Profeta”; la seconda candela è detta “di Betlemme”; la terza candela è detta “dei pastori”; la quarta candela è detta “degli Angeli”.
Come cantare
Anche i canti scelti per l’Avvento devono caratterizzare questo tempo di attesa, speranza, fiducia. Non possiamo cantare i soliti canti, ma riprendiamo dal cassetto quelli propri degli anni precedenti, magari aggiungendo qualche canto nuovo.
L’Avvento a differenza della Quaresima, non è un tempo di mortificazioni e di penitenze; il cuore aspetta qualcosa che sta per accadere, attende Qualcuno che sta per arrivare.
Non dobbiamo aver paura di cantare i canti tradizionali di questo tempo: Rorate caeli, Regem venturum Dominum.
Una particolare attenzione ai testi dei canti: devono esprimere la profondità della fede e dell’attesa dei Profeti, di Giovanni Battista, della Vergine Maria. Devono essere in sintonia con i vari riti che si celebrano e con le persone che celebrano.
I testi devono nutrire la preghiera e dare sostegno alla nostra attesa. Escludere quei testi troppo dolciastri, antiquati o teologicamente poveri (“bambinello divino”, “fiocca la neve”, “l’asinello e il bue”, “dormi non piangere”…).
Don Antonio Parisi