Un apprendimento per ricreare noi stessi
Vi racconto cosa mi è accaduto ieri, mentre mi cimentavo al pianoforte, strumento che ho la possibilità di suonare solo quando vado a trovare i miei genitori; mentre suonavo ho preso delle “note false“ ed immediatamente mi è venuta alla mente l’espressione del viso della mia insegnante di pianoforte soprattutto quando eravamo in procinto di preparare il saggio finale di fine anno: alzava il sopracciglio, si toccava il naso, stringeva le labbra e, facendo forza su tutta la sua volontà, mi diceva: non ti preoccupare Daniela, quando sbagli continua, riprendi, non ti fermare, il pubblico non se ne accorgerà; io, invece, dopo la pessima figura, sentivo il calore sulle gote, e il desiderio irrefrenabile di smettere, alzarmi da quello sgabello girevole, prendere le pattine, si mi faceva mettere le pattine per non lasciare le impronte delle mie scarpe sul pavimento , e sgattaiolare via dalla porta in tutta fretta; avevo sette anni.
Il saggio era alle porte ed io sbagliavo; brrrrrrr; sentivo addosso tutta la responsabilità del risultato.
D’istinto dinanzi all’errore fuggiamo o neghiamo o, se proprio costretti, lo riconosciamo ma lo attribuiamo ad altri o alle circostanze; e le nostre emozioni ci attanagliano: fanno capolino alternandosi, a ritmo incalzante, tensione, irritabilità, paura, imbarazzo, vergogna e non sappiamo come gestirle.
Più tardi, da universitaria, ho compreso l’insegnamento della mia maestra: le sue parole, benché il suo corpo diceva tutt’altro, volevano aiutarmi a non vedere l’errore come una sconfitta, un fallimento. L’errore fa parte del gioco, significa avere il coraggio di esporsi, di provare e riprovare, di trovare un metodo per superarlo e metabolizzarlo, di dargli un altro significato: apprendimento.
Come si compie questo passaggio? Lasciando la nostra zona di comfort ed entrando in quella dell’espansione: accettando e fronteggiando il disagio, stando scomodi, sperimentando insicurezza ed ansia; non appena otterremo il miglioramento, ci sentiremo nuovamente a nostro agio: in questo modo quello che ieri ci spaventava, come l’errore, diventa, oggi, normale e familiare; vuol dire che abbiamo accettato la sfida acquisendo azioni e comportamenti nuovi, abbiamo:
Un ostacolo superato diventa una vittoria, un risultato per superare, in modo diverso, problemi futuri.
E questo processo di apprendimento funziona non solo per il singolo, ma si riflette anche su un gruppo quale può essere un coro; diventa fautore di nuovi stimoli, di coesione, di coesistenza, di accettazione e trasformazione di un evento negativo in positivo.
E ci apre alla “vulnerabilità”, ma di questo vi parlerò nel mio prossimo articolo.
A presto!
Daniela Pagano – Life & Career Coach